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La Commissione Giustizia ha svolto, lo scorso 15 marzo, l’audizione della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, sulle linee programmatiche del dicastero, anche in relazione al contenuto della Proposta di Piano nazionale di ripresa e di resilienza (PNRR).
La ministra ha esposto con chiarezza il suo programma sul sistema giustizia, incentrando l’attenzione sugli strumenti ADR (di risoluzione alternativa delle controversie), che sono dotati di grande potenziale, producendo effetti “virtuosi”, non solo di alleggerimento del sistema giustizia, ma soprattutto “rivestono un ruolo di complementarità” rispetto alla giurisdizione, di “coesistenza”. Ma lo strumento della mediazione, nello specifico, che porta un indiscutibile valore aggiunto, ha necessità di “messe a punto legislative”, che possono tradursi in tre specifici interventi:

  1. Definizione degli ambiti di applicazione, “per estenderne la portata, specie nei settori che hanno ottenuto maggior successo: famiglia e filiazione”, ha affermato la ministra;
  2. “Previsione di incentivi processuali, economici e fiscali”;
  3. “Sviluppo della mediazione endoprocessuale” ovvero di mediazione delegata dal giudice.

Bisogna incentivare misure premiali sia per i giudici (con la possibilità di rilevare statisticamente questo tipo di attività), sia per le parti (introducendo discipline di favore per le spese giudiziali).

Tali forme di giustizia complementare/alternativa, “si renderanno tanto più necessarie nel contesto attuale di pandemia”, risultando la strada necessaria per il contenimento dell’esplosione del contenzioso presso gli uffici giudiziari, “quando cesseranno gli effetti dei provvedimenti che bloccano sfratti, esecuzioni, procedure concorsuali, licenziamenti, contenzioso bancario”, ha dichiarato la ministra. E tra le controversie che
nasceranno o che già si verificano bisogna aggiungere quelle che riguardano “la rinegoziazione dei contratti in condizione di eccessiva onerosità sopravvenuta, le controversie per il pagamento di somme di denaro, i rapporti in crisi di natura societaria e commerciale, le relazioni critiche fra la banca e i clienti, le pretese verso la Pubblica Amministrazione da parte di cittadini e imprese in attesa di risposta”.

“Occorre prepararsi per tempo – ha concluso la ministra Cartabia-, serve un intervento urgente”, perché il tempo attuale offre questa opportunità di apertura a nuove forme di giustizia, “con adeguati strumenti di formazione rivolti “non solo ai mediatori, ma anche ai difensori,, ai giudici” e debbono trovare spazio sin dai primi anni di studi universitari.[vc_video link=”https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=2UwTdN2U0W8&t=1278s&fbclid=IwAR3bY2oUSjMFty68oVDOJI60x_VF6A8xR4wlSYlEPVy5Wt09C-CO5DYoPm0&ab_channel=MinisterodellaGiustizia” align=”center”]