Tra le proposte del CNF per la riforma del sistema giustizia, attraverso la semplificazione e l’efficientamento, è stato presentato al Governo un documento che, tra le altre iniziative, propone l’incentivazione degli strumenti ADR.
“Molte liti, – cita il testo- in ragione del valore esiguo, del contesto in cui sorgono (familiare, rapporti destinati a proseguire nel tempo come quelli societari o condominiali), delle condizioni personali dei litiganti (sovraesposizione debitoria della famiglia) troverebbero migliore occasione di composizione in contesti più “collaborativi”, ovvero meno strutturati e di per sé meno conflittuali rispetto al processo”. Gli strumenti ADR sono pertanto ritenuti un “effettivo beneficio quando si pongano in alternativa ad una giustizia tradizionale funzionante e soprattutto quando vengano avvertiti come preferibili”. Da ciò l’Avvocatura spiega che tale risultato non si ottiene con l’imposizione della condizione di procedibilità, che
tuttavia è necessaria -a loro avviso- per un periodo limitato, ma offrendo ai cittadini, che ne facciano ricorso, agevolazioni fiscali, estensione del patrocinio a spese dello Stato, equiparazione dell’”ambiente” a quello processuale. Il periodo circoscritto di obbligatorietà è ritenuto necessario in quanto incide sulla percezione che i cittadini hanno delle sedi a loro disposizione per il bisogno di tutela.
Su questo tema, viene richiesto dal CNF:
– revisione del tessuto normativo complessivo che riconduca tutti gli strumenti ADR (mediazione civile e commerciale, mediazione familiare, negoziazione assistita, arbitrato in un testo unico;
– riconduzione ad un catalogo unico delle materie che possono costituire oggetto di risoluzione stragiudiziale, che -sebbene debbano rimanere obbligatorie per un lasso di tempo- resti all’utente la scelta dello strumento più congruo;
– revisione della modalità di formazione dei professionisti che si occupano di tali procedure: nuove figure professionali che “superino il doppio ruolo difensore/conciliatore-mediatore”, che siano inserite in uno specifico albo professionale;
– revisione del sistema delle incompatibilità.
Con riferimento, poi, alle giurisdizioni speciali, il CNF richiede l’incentivazione degli strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie con la creazione di un apposito ufficio.
Leggi qui la proposta del CNF per il «Piano nazionale di ripresa e resilienza»