Le istruzioni del Ministero della Salute
Il 22 maggio 2020 il Ministero della Salute ha emanato una circolare inerente alle “Indicazioni per l’attuazione di misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 attraverso procedure di sanificazione di strutture non sanitarie (superfici, ambienti interni) e abbigliamento”.
Ha chiarito come, a seguito dell’accordo Governo-Regioni e sulla base del Rapporto ISS COVID-19 n. 25, entrambi del 15 maggio 2020, le attività commerciali debbano procedere alla sanificazione delle proprie strutture, con particolare attenzione al settore dell’abbigliamento.
Ribadendo quindi come necessità primaria il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale, per la riapertura del luogo di lavoro, sia lavoratori che clienti che fornitori devono seguire procedure di sanificazione di superfici e ambienti interni per prevenire e contenere la diffusione del virus. Il Coronavirus infatti si trasmette attraverso goccioline “droplets” che viaggiano nell’aria per distanze inferiori ad un metro e si depositano su oggetti o superfici diventando veicolo di trasmissione. Il Ministero della Salute illustra nella circolare una tabella –contenente “dati sperimentali”- nella quale sono specificate le superfici sulle quali il virus resta più attivo: sulle mascherine chirurgiche, ad esempio, il virus resiste fino a sette giorni, così come sull’acciaio inox e sulla plastica (quattro giorni), sul vetro e sulle banconote resiste per ben due giorni.
Sulla postazione di lavoro si deve quindi tenere conto del tipo di materiali con cui si viene in contatto e procedere alla sanificazione attraverso la pulizia accurata con acqua e detergenti, la disinfezione con prodotti specifici, la garanzia dell’adeguata ventilazione e del ricambio d’aria.
Se il posto di lavoro o l’azienda non sono occupati da almeno sette/dieci giorni, per riaprire l’area è necessaria esclusivamente la pulizia ordinaria, in quanto è accertato che il COVID-19 non sopravvive oltre questo tempo. Una volta però riaperta l’azienda, soprattutto se sottoposta ad afflussi di pubblico, è opportuno fare una disinfezione giornaliera, anche sui capi d’abbigliamento, se si tratta di un negozio del settore. I camerini devono essere sottoposti a trattamento di sanificazione quotidiano e gli abiti, ad esempio, possono essere sanificati utilizzando il vapore secco.
Ogni azienda ha superfici o oggetti diversi che vengono toccati da più persone, come le maniglie, le porte, le sedie etc., che dovranno essere puliti e disinfettati spesso; è utile rimuovere tappeti e moquette, eliminare arredi che non garantiscano il distanziamento sociale. I disinfettanti da utilizzare, inoltre, devono presentare in etichetta il numero di registrazione/autorizzazione (PMC/Biocida).
Le aree esterne richiedono invece una normale pulizia ordinaria e non disinfezione: “non è stato dimostrato – chiarisce la circolare- che spruzzare disinfettante sui marciapiedi e nei parchi riduca il rischio di COVID-19 per il pubblico, mentre rappresenta un grave danno per l’ambiente ed il comparto acquatico”.